Il 6 settembre 2015, in una trattoria di San Donà di Piave, ha avuto inizio l'operazione che dovrà concludersi con l'installazione di una statua di Gino Doné a Tuxpan, in Messico: è il luogo da cui partì il Granma e dove ci sono già le statue degli altri 3 non-cubani membri della spedizione (il messicano Zelaya Alger, il dominicano Mejías del Castillo, l'argentino Che Guevara).
Manca Gino solo perché era ancora in vita quando furono fatte le tre statue. Nel 2016 sarà il 60° anniversario dell'impresa e si prevedono iniziative di commemorazione a Tuxpan e a Cuba.
L'appello per la statua - lanciato da Massari dopo una visita a Tuxpan (2013) - è stato raccolto da Carlo Pecorelli di Jesolo, pittore e scultore di professione (www.carlopecorelli.eu/biografia.htm). Egli eseguirà gratuitamente il busto di Doné per Tuxpan e uno uguale da collocare a San Donà di Piave o a S. Biagio di Callalta (dove Gino nacque). Il tutto coinvolgendo il più possibile associazioni di base, istituzioni locali, simpatizzanti d'ogni genere, da un lato e l'altro dell'Atlantico.
Un appello particolare sarà rivolto all'Anpi (l'Associazione dei partigiani italiani di cui Gino era membro avendo partecipato alla Resistenza in Veneto), che già ha dimostrato notevole sensibilità nelle presentazioni del libro di Katia Sassoni: Gino Doné. L'italiano del Granma.
Si dovranno raccogliere i soldi per l'acquisto dei materiali, il trasporto, la collocazione delle due statue. Ciò significa che sarà indispensabile il coinvolgimento del maggior numero possibile di persone e di risorse.
Per portare il progetto alla sua conclusione è stato costituito un gruppo di lavoro composto da Giovanni Cagnassi (giornalista de La Nuova Venezia che ha sempre seguìto la vicenda di Gino), da Roberto Massari (presidente della Fondazione Guevara che sta già curando i rapporti col Messico), da Carlo Pecorelli e da Katia Sassoni.
Hasta la conclusione…
Giovanni Cagnassi, Roberto Massari, Carlo Pecorelli, Katia Sassoni